S. GREGORIO di Nissa

E’ il fratello minore di San Basilio Magno, che riconosce come padre e maestro dal punto di vista della teologia; sua maestra di ascetica è invece la sorella Macrina, della quale scrive una biografia, testo assai importante non solo in sé, ma anche perché è il primo su una donna.

Non si hanno notizie del suo curriculum di studi, ma la sua cultura è immensa, tanto che molti studiosi ritengono che nessuno tra i Padri abbia penetrato più e meglio di lui i pensatori classici.

E’ poliedrico: discute con gli esperti di medicina, di geometria e di astrologia, conosce sia la retorica sia la dialettica e padroneggia perfettamente gli strumenti della Seconda Sofistica.

E’ un laico fervente, che divide il suo tempo tra le occupazioni professionali (è insegnante di retorica), il lavoro intellettuale e tempi di ritiro e di studio al monastero dell’Iris.

Alla morte della moglie Teodesia, abbraccia il programma ascetico proposto da Basilio.

Tra il 371 e il 372 il fratello gli impone la sede vescovile di Nissa.

Tra i due non sempre vi è accordo dottrinale perfetto.

Nonostante il suo grande spessore, resta in ombra fino alla morte del fratello e della sorella; solo alla morte di questi emerge e offre alla Chiesa tutto il suo contributo intellettuale e spirituale.

Svolge un ruolo molto importante durante il Concilio di Costantinopoli (381), facendo interventi di fondamentale importanza riguardanti la divinità sia del Figlio sia dello Spirito Santo; essendo consigliere dell’imperatore, pronuncia anche alcuni discorsi di circostanza, quali le orazioni funebri per la principessa Pulcheria e per l’imperatrice Flacella, rispettivamente figlia e moglie di Teodosio).

E’ ancora a Costantinopoli per il sinodo del 394, dopo di che di lui si perdono le tracce: ritorna nell’ombra, come è suo stile.

 

Il suo impianto teologico ha come punto di riferimento Dio, ritenuto assoluto, illimitato, razionale e sommamente libero. La creazione è invece definita come limitata e mobile. L’uomo infine come una mescolanza di intelligibile e di sensibile.

Non abbraccia l’ipotesi origenista circa la pre-esistenza delle anime e circa un peccato antecedente: parla sì di un peccato commesso da Adamo, ma non insiste sul fatto che esso sia unico. Egli concepisce il peccato originale invece come una sorta di opera iniziata da Adamo, ma poi proseguita da tutta quanta l’umanità nei singoli peccati individuali. In questo modo egli mette in evidenza una sorta di corresponsabilità di ognuno al “disordine universale” che continuamente turba la regalità, la bellezza, il dominio assoluto e l’indipendenza della creazione, essere umano incluso.

Conseguenza è che l’uomo scivola verso il basso, nel male e nella irrazionalità, vivendo una sempre più profonda lacerazione tra le passioni e l’aspirazione amorosa della natura umana primigenia.

Ogni singolo peccato che la persona sceglie liberamente di commettere accresce la distanza con il Creatore. Dio però offre la possibilità della redenzione, che è come una seconda creazione. 

Mai all’uomo, anche peccatore, è tolta la possibilità di conoscere il suo Creatore, ma quella di Gregorio è in realtà una “teologia negativa”: la conoscenza che si crede di avere di Dio infatti è in realtà una non-conoscenza. Dio infatti si rivela nelle sue manifestazioni, ma resta inaccessibile nel suo essere; lo stesso linguaggio poi, compreso quello scritturistico, è sempre inadeguato a esprimere Dio, che è infinito. Con ciò l’azione di Dio nelle sue manifestazioni liberano l’anima dalle passioni, rendendola nuovamente capace di Lui.

Gregorio propone anche un itinerario ascendente di tale conoscenza di Dio.

Il primo livello è preparatorio ed è di ordine sostanzialmente morale; si nutre di ascesi, il cui obiettivo è quello di educare la persona a staccarsi dalle passioni, per non focalizzare tutte le sue energie e per non riservare tutte le sue attenzioni unicamente alla dimensione biologica dell’esistenza. E’ la “via purgativa”.

Nel secondo livello la persona impara a riconoscere la dimensione simbolica di ogni essere, considerandolo come teofania; la creazione diventa così manifestazione della grandezza di Dio e la storia della salvezza manifestazione della filantropia di Dio. E’ esattamente a questo livello che si pongono le varie dottrine teologiche. E’ la “via illuminativa”.

Il terzo livello domanda il superamento della dimensione intellettiva e concettuale e, per mezzo di una “notte dell’intelligenza”, raggiunge il mondo di Dio, esperito in maniera sovra-razionale, per puro dono. E’ la “via unitiva”, mistica.

Gregorio è il grande teologo della Trinità e della incarnazione redentrice.

I suoi canoni di ortodossia sono la sacra Scrittura e la tradizione ricevuta dai Padri.

Rivendica con forza, in ambito teologico, il “diritto all’ipotesi” (egli stesso se ne dà in abbondanza!!)

Afferma con forza la divinità dello Spirito Santo, ma contemporaneamente difende la assoluta unità di natura della Trinità (solo il Padre è causa, il Figlio e lo Spirito Santo sono causati; solo il figlio è monogeno, lo Spirito Santo procede dal Padre per mezzo del Figlio).

Afferma anche la natura umana incorrotta di Cristo, ma pure che è quella divina a guidare quella umana: ciò significa indubbiamente affermare la maternità divina di Maria, ma anche e soprattutto che Gesù riporta l’umanità all’immagine di Dio integrandola al suo corpo. Ciò significa che l’intera creazione, alla quale la natura umana di Cristo appartiene, viene trasfigurata nella umanità unita al Verbo, il quale le comunica in germe la sua risurrezione: è il tema della apocatastasi, cioè della restaurazione integrale, in Cristo, degli esseri creati.

Gregorio è persona estremamente concreta: grande è l’attenzione che riserva ai poveri e soprattutto agli schiavi.

E’ anche un grande mistico. Con forza afferma che ogni anima è liberata, per pura grazia, dalla corruzione del peccato; la sola opera di Dio però non è affatto sufficiente, perché è necessario che la persona collabori all’opera di purificazione. Ristabilita nella somiglianza con Dio, mediante la Sua presenza in lei, allora la persona diventa in grado di conoscere Dio dentro una esperienza di fede e di amore. Proprio per questo specifico aspetto, Gregorio è ritenuto maestro di contemplazione (non sono pochi coloro che lo ritengono superiore, come teologo, a Basilio e a Gregorio di Nazianzo, non solo per la quantità di opere, ma soprattutto per la profondità del suo pensiero).

 

Assolutamente inadatto alla lotta politica, Gregorio ha invece una spiccata vocazione alle lettere, unita a una capacità di applicazione sistematica e costante. Proprio per questo riesce a organizzare e armonizzare le intuizioni di Basilio, proponendole all’interno di una propria riflessione teologica assai rilevante.

 

Queste le sue opere:

 

Contro Eunomio: composta di 4 libri, scritti tra il 380 e il 383, è una analitica e prolissa 

confutazione della dottrina ariana estrema e razionalista propagata da questo vescovo.

 

Trattati dottrinali:    * Sulla Santa Trinità

                                  * Sullo Spirito Santo (contro i pneumatomachi macedoniani, che 

                                    ritenevano subordinato lo Spirito Santo)

                                  * Ai greci sulle nozioni comuni

                                  * Non ci sono 3 dèi

 

Antirrheticus adversus Apollinarium: confuta l’eresia di Apollinare, che riteneva esserci  in Gesù un’unica natura; quella umana inoltre  sarebbe stata parziale, cioè limitata alla 

parte vegetativo-animale, priva cioè di quella razionale.

 

Grande discorso catechetico: del 385 circa, di carattere non polemico, ma espositivo. E’ una sorta di opera di sintesi che abbraccia i temi principali della dottrina cristiana che, grazie alle eresie, aveva goduto di una profonda riflessione. E’ un discorso soprattutto filosofico con finalità apologetiche: per questo motivo il ricorso alla sacra Scrittura è assai scarso.

 

Dialoghi sull’anima e la risurrezione: è del 380 circa. Ha per argomento la natura e il destino dell’anima, la sua immortalità, la sua risurrezione e la questione della retribuzione. L’ispirazione è fortemente platonica: l’anima infatti viene presentata come ansiosa di liberarsi dalla dimensione prettamente biologica, di progredire nella conoscenza e nell’amore di Dio, per giungere, purificata, all’unione con Lui.

 

Tematiche dottrinali:        * Contro il destino

                                           * Sulla morte prematura dei bambini

                                           * Sulla risurrezione

                                           * Sui morti

                                           * Contro quelli che ritardano il battesimo

 

Vita di Macrina: questo testo rappresenta una novità assoluta nel panorama culturale dell’epoca. Alcuni scrittori ellenistici pagani avevano già presentato figure femminili che superavano la naturale inferiorità fisica con lo studio della filosofia, ma a esse non era comunque concesso di entrare da protagoniste nel panorama filosofico. Gregorio invece presenta la sorella come esempio da imitare per raggiungere la perfezione cristiana.

Può essere considerato come il primo manifesto della vita monastica femminile. Oltre a presentare la vita della sorella, egli fa anche una sintesi del trattato sulla verginità (del 371). Mostra anche come, nella verginità, si realizzano contemporaneamente le due vocazioni della donna: figlia di Dio, che diventa spiritualmente madre di tutte quelle persone che le sono affidate per ruolo o che le si affidano per un accompagnamento spirituale. 

E’ un testo del 380.

 

Tematiche ascetiche:       * Sulla verginità

                                           * Sul fine del cristiano

                                           * La professione del cristiano

                                           * La perfezione del cristiano

 

Opere esegetiche:

            * Sulla formazione dell’uomo (uomo creato a immagine di Dio = 

                                   umanità nel suo complesso; uomo creato dal fango = uomo reale            

                                   nella sua individualità)

            * Apologia per l’Esamerone (non apprezza il senso letterale, ma è 

                                   molto aperto all’allegoria, sulla scia di Origene)

            * Omelie sull’Ecclesiale

            * Omelie sul Cantico dei Cantici (una delle sue ultime opere, è il 

                                   meglio della sua speculazione spirituale. Si parla dell’anima intesa 

                                   sia in senso personale sia come Chiesa. 

                                   Quest’ultima cerca senza sosta il Verbo, a immagine del quale 

                                   è stata creata, e in questa ricerca progredisce continuamente. 

                                   Questo cammino è la sua piena felicità. 

                                   Naturalmente la lettura del testo è di tipo allegorico-spirituale)

            * Omelie sul “Padre nostro” (5, la prima di carattere introduttivo, le  

                                   altre prendono in considerazione le domande del testo di Matteo. 

                                   La prospettiva è di tipo morale)

            * Omelie sulle beatitudini (intese come comandamento e come 

                                   consiglio, sono un modello dinamico e ascensionale, ritmato dalla 

                                   consequenzialità. Lo schema è 7+1, cioè la 7° è la ricapitolazione, 

                                   l’8° non è il gradino più alto, ma il punto in cui l’inizio e la fine 

                                   vengono a coincidere. Vivendo le beatitudini, l’uomo torna a 

                                   essere immagine pura e specchio di Dio.

            * Omelie sui titoli dei salmi

            * Vita di Mosè (è evidente il carattere dell’esegesi di Gregorio: il fatto 

                                  storico non viene negato, ma la prospettiva concreta individuale 

                                  viene ritenuta limitata. E’ lo Spirito Santo che invece lo attualizza e lo      

                                  universalizza. Per questo viene introdotta una lettura simbolica, 

                                  che ha finalità ascetiche e mistiche. Nel caso specifico, si tratta 

                                  di considerare il cammino di tutta la Chiesa - e di ciascuna 

                                  anima particolare - verso la Terra Promessa, mai raggiunta, 

                                  ma sempre più vicina. Ogni passo compiuto aumenta il desiderio. 

                                  A motivo di quest’ultimo, Dio per puro dono, si manifesta 

                                  alla persona, saziando il suo desiderio e al contempo dilatando la 

                                  interiorità, cosicché il desiderio stesso contemporaneamente non

                                  viene mai deluso e resta sempre insoddisfatto.

 

Oratoria:     * Discorsi liturgici

                    * Panegirici di santi

                    * Orazioni funebri

                    * Sermoni morali

                    * Sermoni dottrinali

                    E’ la produzione di Gregorio meno riuscita, perché il suo carattere chiuso e 

                    introverso lo rende poco idoneo all’utilizzo delle norme retoriche vigenti.