MADRE SERAFINA DELLA CROCE

- Ancilla Ghezzi -

Madre Serafina della Croce è una vocazione sorta nel cuore della città di Monza, presso quel “cuore nel cuore” che è il Duomo: è la storia di una giovane monzese del XIX secolo, Ancilla Ghezzi, che decise di rispondere senza riserve alla domanda del Signore e di seguirlo prima di qualunque altra cosa. Ella immaginava appena la propria Via Crucis, dolorosa eppure colma di grazie celesti.

L’Ottocento, l’epoca in cui Ancilla espresse i voti di Adoratrice Perpetua, prendendo il nome di Maria Serafina della Croce, fu un’epoca particolarmente dura: il borgo di Monza stava avviandosi a diventare città a causa dello sviluppo dell’industria e per molti il lavoro rappresentava una vera e propria ”croce quotidiana”, unica alternativa alla miseria.

Ancilla, cioè Madre Serafina, attraversò con la sua vita le contrarietà del secolo scorso, insegnandoci a orientare lo sguardo sulla storia nascosta delle anime. Umile e di famiglia poverissima, ella ebbe in dono quel coraggio che lo Spirito Santo sempre ispira alle grandi anime, che si riconoscono minime innanzi a Dio: lei che non sapeva leggere né scrivere, dettò con la sua vita una regola tutt’oggi vivente nel monastero delle Adoratrici Perpetue del SS.mo Sacramento.  Proprio per via della sua estrema semplicità, lasciò un segno duraturo e fecondo; ripercorrere i suoi giorni, le sue pene e le sue gioie in queste pagine è un esercizio di riconoscenza nei confronti del Signore che offre in ogni tempo la compagnia dei santi.

Tra i detti di Ancilla ricorre una semplice espressione che illumina la sua vita e, per riverbero, quella di chi ancora cammina sulle orme da lei segnate: “senza amare non si può stare”. Infatti, senza l’amore di Dio non si sta, bensì ci si perde nella dissipazione, nella smania di fare, senza un senso.

Il monastero e la chiesa di Madre Serafina, che si affacciano sul centro della città, stanno davanti agli occhi di chi percorre le vie monzesi come richiamo alla stessa semplice e luminosa regola di vita spirituale.

PREGHIERA

per ottenere grazie da Madre Serafina della Croce

 

O Signore Gesù che hai detto:

"Nessuno accende la lucerna per metterla sotto il moggio,

ma la mette sul candelabro perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa",

di cuore ti prego di far risplendere nella Chiesa

le virtù della tua Serva Madre Serafina della Croce

e venga così sempre più glorificata la Tua Presenza

nel Sacramento dell'Eucaristia.

Ti chiedo, per l'intercessione di Madre Serafina,

innanzitutto la salvezza eterna dell'anima mia

e di ogni umana creatura

per la quale Tu sei morto crocifisso;

ti supplico anche perché

- se conforme alla Tua volontà -

Tu mi conceda quella particolare grazia

che tanto desidero e spero

per le preghiere di Madre Serafina della Croce ...

Questo a lode e gloria di Te, che sei Dio,

e vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo

nei secoli dei secoli.

Amen.

SCHEDA      BIOGRAFICA

 

1808: 24 ottobre: Ancilla Ghezzi nasce da Carlo e Teresa Galbiati e viene battezzata lo stesso giorno nella basilica di S. Giovanni Battista. Il padre è operaio, la madre presta servizi a ore come domestica.

 

1816 ca.: a causa della povertà della famiglia (i figli sono cinque), va a lavorare alla Bottega dei Francesi, dove deve confezionare colletti, bretelle e altre piccole cose del genere.

 

1817:  Riceve la prima Comunione.

 

1819: Riceve la Cresima dall’arcivescovo di Milano, Card. Gaetano Gaysruck.

 

1820:  Le muore il padre, stremato dalla miseria.

 

1822:  Va a Milano a servizio presso una famiglia, ma se ne allontana subito, perché la sua virtù è insidiata. Presta poi servizi saltuari presso varie famiglie.

 

1823:  Fa promessa di castità, povertà e obbedienza.

 

1826: E’ assunta come operaia in un negozio di manifatture presso la Casa d’Industria.

 

1830 ca.: E’ assunta come operaia alla Filanda Corti. Non molto tempo dopo, per la sua diligenza e capacità, è nominata assistente .

 

1831: Dal suo confessore viene fatta conoscere a Don Marco Passi, di Brescia, e questi, giudicandola molto positivamente, le propone di farsi monaca nel monastero che egli ha in animo di fondare; allo scopo  si dichiara disposto a pagare una maestra che le insegni a leggere e a scrivere, dato che non era riuscita a farlo da bambina, benché non mancasse affatto di intelligenza. Ella, dopo un primo assenso, rifiuta l’offerta, perché sente di essere chiamata ad altra via. Rifiuta pure delle proposte di matrimonio, anche vantaggiose.

 

1836-1843: Lavora come inserviente al Collegio Bianconi. E’ molto stimata. Ha frequenti estasi che vengono giudicate sintomo di malattia, ma il medico non sa curarle.

 

1843: Torna a casa sua, dove vive con la madre. Per vivere confeziona fiori di carta e stoffa. Continuano le estasi.  Il confessore, Don Albonico, consulta l’Arciprete, msg. Zanzi; poiché intanto si è sparsa la notizia  di questi fatti straordinari e se ne interessa anche la polizia; monsignore informa l’Arcivescovo e si fa garante della serietà di Ancilla; ne diventa direttore spirituale.

 

1844: settembre: Ancilla e la madre vanno ad abitare in due stanze al Carrobiolo, sperando di poter godere un po’ di pace.

 

1845: Continuano i fenomeni mistici.- Nella Quaresima è visitata da una commissione di medici venuti da Milano, i quali danno un giudizio vago, ma globalmente negativo.

         Il 22 maggio, solennità del Corpus Domini, si sente ispirata da Dio a fondare in Monza un monastero di Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento, conforme a quello già esistente in Roma - E’ fatta oggetto di pesanti accuse presso l’Arcivescovo di Milano, che decide di farla esaminare da medici in ospedale.

 

1846: dal 3 febbraio al 24 aprile deve rimanere all’Ospedale di Porta Nuova in Milano, per essere sottoposta a esami e osservazioni dei medici: il giudizio finale è sfavorevole. Al ritorno a Monza deve sottostare a nuove calunnie e all’interdizione ai sacerdoti di ascoltarla. Ma il Barnabita Padre Giampietro Curti accetta di diventare suo confessore e la sostiene nelle difficoltà e nelle dure lotte contro il demonio.

 

1849: 3 novembre  sera: con tre compagne (Giuseppina Lampugnani, Pasqualina Viganò, Mansueta Pirola) si ritira in un piccolo appartamento preso in affitto al Carrobiolo: qui vivono secondo un regolamento dato loro da P. Curti. Fanno turni di adorazione alla Croce, finché, ottenuto il permesso di conservare l’Eucaristia, danno inizio all’adorazione dell’Eucaristia. Il governo della piccola Comunità viene affidato ad Ancilla. Sono poste così le basi del futuro

Monastero.

 

1852: Un decreto dell’Imperial Regia Luogotenenza riconosce e autorizza la “Pia Società di vergini dette Sacramentine esistente nella città di Monza”, di cui è dichiarato reponsabile msg. Zanzi.

Per le continue, false accuse mosse ad Ancilla e alle compagne, i superiori dei Barnabiti, trasferiscono P. Curti a Milano.

 

1854: Dal principio di quest’anno la piccola Comunità (22 membri) osserva la Regola dell’Ordine delle Adoratrici Perpetue, mandata dalla Superiora di Roma su richiesta di  P. Curti.

 

1854: Grazie alle doti di due sorelle si acquista l’antico monastero di S. Maddalena, che però ha bisogno di molti restauri.

 

1855:  15 settembre: muore P. Curti.

      Il 24 settembre la comunità si trasferisce dal Ritiro del Carrobiolo nel monastero.

 

1856: Si acquista la chiesa, anch’essa da restaurare perché era stata adibita a uso profano. Poco dopo si completa l’acquisto dell’intero caseggiato di via S. Maddalena.

         4 novembre: Ancilla e una Sorella partono per Roma, per compiere nel monastero delle Adoratrici Perpetue la loro formazione alla Regola dell’Ordine. Fanno la Vestizione il 5 dicembre.

 

1857: Il Papa Pio IX concede alle due Monzesi di abbreviare il periodo di formazione: perciò il 29 settembre possono fare la Professione. Ancilla prende il nome di Serafina della Croce. Il 5 ottobre, con altre due Sorelle monzesi, che già avevano professato l’anno precedente nel monastero di Roma, partono per Monza. Sr. Maria Serafina ha l’incarico di Vicaria e di Maestra delle novizie. Arrivano a Monza l’11 ottobre. Il 15 dicembre l’arcivescovo Romilli nella chiesa del monastero presiede alla Vestizione delle prime dodici probande.

 

1859: 4 marzo: ultimato il restauro, la chiesa viene benedetta da msg. Zanzi e il 19 giugno è aperta al pubblico con la solenne Esposizione, continuata per 13 giorni consecutivi.

 

1861: 15 novembre: Pio IX firma il Decreto per l’erezione canonica del monastero, la clausura papale e la Professione delle Novizie.

 

1862: 23 gennaio: il Vicario Capitolare di Milano, msg. Caccia Dominioni notifica ufficialmente alla comunità il Decreto del S. Padre. Diciotto novizie fanno la Professione solenne. - Il 13 novembre msg. Caccia consacra la chiesa.

 

1863: 3 marzo: si tiene il primo Capitolo e Sr. Serafina della Croce viene eletta superiora: le sarà rinnovata tale carica fino alla morte.

 

1866: Si temono le conseguenze della legge eversiva della proprietà ecclesiastica emanta il 7 luglio; Madre Serafina dà esempio di totale fiducia in Dio; il monastero non viene soppresso.

 

1870: Si fonda un nuovo monastero a Innsbruck per la donazione di una nobile del luogo, Sofia degli Angelini, divenuta Adoratrice col nome di Sr. M. Pia del Divino Amore.

 

1871: Madre Serafina si reca a Innsbruck per sanare dissapori sorti fra le tre monzesi mandate per la fondazione e le Suore native del luogo. Dopo un breve soggiorno, ristabilita la pace, torna a Monza con le tre sorelle italiane.

 

1876: 8 febbraio: Madre Serafina muore.

 

1907: 26 marzo: Traslazione, nella chiesa delle Sacramentine, dei resti mortali della Madre e di quelli di msg. Zanzi, giustamente considerato confondatore del monastero.