INTRODUZIONE

Dopo aver affrontato i grossi temi delle emozioni e dei bisogni, siamo finalmente giunti al terzo grosso capitolo di questo primo anno formativo, le difese. In questo modo abbiamo posto le solide fondamenta della nostra costruzione.
Le difese sono quella serie di meccanismi che mettiamo in atto per salvaguardare l’integrità del nostro Io. In sé dunque rivestono un ruolo di assoluta importanza e utilità. In realtà però le cose non sono così semplici e lineari come le abbiamo appena enunciate.
Se l’Io è indubbiamente la parte di noi che svolge il ruolo di direttore responsabile della nostra esistenza, esso deve continuamente fare i conti con gli altri due aspetti che non di meno ci costituiscono: l’inconscio e il Super-Io. Le difese non si pongono al servizio esclusivo dell’Io; molto spesso entrano in gioco anche per proteggere le altre due parti di noi. Se però questo avviene in maniera scontrollata, allora la dinamica che si genera non é di tipo maturo, cioè non orienta la persona verso i valori trascendenti, per noi quelli evangelici. Riferendoci alla finestra di Johari, non aiuta a espandere l’area pubblica, ma piuttosto quella inconscia, quella cieca e quella segreta.
Questo significa dunque che ci sono difese e difese, cioè difese che orientano verso l’adultità e difese che rallentano o addirittura bloccano il cammino di crescita.
Per meglio orientarci nel campo delle difese, propongo lo schema presentato da Cencini e Manenti nel volume  “Psicologia e formazione”    Ed. EDB.

Le difese possono essere divise in 4 categorie:
Difese NARCISISTE: sono difese primitive, che comportano una incapacità di gestire le emozioni e di interagire in maniera adeguata con l’ambiente. Sono caratterizzate da un rifiuto della realtà . Le persone che mettono massicciamente in atto questo tipo di difese mostrano problemi comportamentali non trascurabili.

Difese IMMATURE: sono difese che comportano una certa qual incapacità di gestire adeguatamente le relazioni sociali. La realtà non viene rifiutata, ma viene trasformata. Le persone che usano molto queste difese hanno problemi circa l’immagine propria ed altrui

Difese NEVROTICHE: quando vengono messe in gioco queste difese, si sperimenta una certa qual incapacità a gioire di sé e della vita. Qui la realtà viene reinterpretata. Alla base c’è un problema legato alla autostima.

Difese MATURE: qui i meccanismi svolgono un ruolo di controllo e di protezione dell’Io. La realtà viene accettata per quella che è. La persona vi si pone all’interno in maniera personale e creativa.

Prima di addentrarci ulteriormente nella conoscenza dei vari meccanismi di difesa, è necessario fare una premessa chiarificatrice: tutti, in vari momenti e circostanze della vita, utilizziamo tutti i meccanismi di difesa! Importante è verificare:
quali difese utilizziamo abitualmente
se l’utilizzo di difese narcisite e/o immature è di tipo rigido o no
Il cammino verso una sempre maggiore maturità ovviamente prevede l’abbandono progressivo delle difese narcisite e immature, l’utilizzo abituale  di quelle mature e, in caso di difficoltà, il morbido e consapevole utilizzo di quelle nevrotiche.

Due altre brevi note a margine:
in un contesto formativo, le difese non vanno mai tolte completamente, ma è necessario  in prima istanza non rinforzarle, in seconda istanza aiutare la persona a orientarsi verso quelle mature
in un contesto di persone anziane, questo tipo di lettura delle difese non può essere applicato perché entrano in gioco altri fattori determinanti, primo fra tutti quello biologico (decadimento cerebrale, ecc).


DIFESE NARCISISTE

RITIRO SOCIALE: è il ripiegamento su se stessi come conseguenza del disagio sia nei confronti della realtà sia verso i propri sentimenti. Può manifestarsi anche con un chiudersi fisicamente dentro una stanza da soli, soprattutto quando si percepiscono tensioni nell’ambiente ritenute psicologicamente insopportabili

ACTING-OUT: è la scarica diretta e incontrollata di un impulso o di un desiderio inconscio per evitare di diventare consapevole dell’aspetto affettivo-emozionale che accompagna l’impulso o il desiderio stesso. la scarica passa attraverso un atto non controllato dalla ragione (urlare, lanciare oggetti, tirare pugni, sbattere porte, ecc). Ha 3 significati: scaricare la tensione, illudere l’Io di essersi liberato, manda una richiesta mascherata che elude la censura del Super-Io

SCISSIONE: è il dividere la realtà in una parte tutta buona e una tutta cattiva.Denota una incapacità di avere una visione unitaria non tanto della realtà esterna, quanto di se stessi, l’Io manca di capacità sintetica, non riesce a integrare gli aspetti contraddittori del reale.

PROIEZIONE: è la madre di tutte le difese. Consiste nello spostare all’esterno il pericolo interno. Può essere supplementare (i propri impulsi ritenuti inaccettabili vengono attribuiti agli altri) o complementare (vengono attribuiti agli altri i motivi che causano i propri impulsi inadeguati)

NEGAZIONE: vengono letteralmente negati aspetti dolorosi della realtà. In questo modo però l’Io non può svolgere la sua funzione di riconoscimento e di valutazione critica della realtà stessa.

FISSAZIONE: parziale o totale che sia, consiste nel bloccare la propria crescita umana a un livello impedendo il raggiungimento della adultità. L’infantilismo non sta tanto nei comportamenti e nelle parole, ma nelle motivazioni sottostanti, di cui comportamenti e parole sono espressione.

REGRESSIONE: si ha quando un conflitto non viene risolto ma accantonato; successivamente quando la vita presenta situazioni di tensione che l’Io non riesce a sopportare, si ha un ritorno a una fase di sviluppo precedente, si torna psicologicamente a un livello più infantile. Non intacca tutta la personalità, ma solo alcuni aspetti (quelli appunto con conflitti non risolti) ed emerge solo in situazioni di stress.

ANNULLAMENTO RETROATTIVO: consiste in una azione compiuta inconsciamente che viene caricata di una sorta di potere magico capace di annullare una azione fatta precedentemente riconosciuta come indesiderabile. Nasconde rimorso, paura del giudizio e della punizione.


DIFESE IMMATURE

ONNIPOTENZA: la persona ha fantasie e/o comportamenti che vorrebbero esprimere una sorta di potere assoluto; in realtà alla base c’è una forte insicurezza, una autosvalutazione e un grande senso di inferiorità.

IDEALIZZAZIONE PRIMITIVA: è la forma più evoluta della scissione. Qui si ha la tendenza a vedere solo gli aspetti positivi della realtà o delle persone, in modo da neutralizzare quelli negativi (veri o proiettati che siano). Questo meccanismo di difesa impedisce il formarsi di un ideale oggettivo, perché il modello identificatorio è irrealistico.

RIVOLGIMENTO CONTRO SE STESSI: la persona rivolge contro se stessa impulsi che non può esprimere all’esterno (esami di coscienza senza fine, autocolpevolizzazioni, ecc). E’ l’esatto contrario della proiezione.

FANTASIE SCHIZOIDI: è la forma più evoluta del ritiro sociale. Quando si presentano situazioni conflittuali che la persona mal tollera, allora si ritira in un suo mondo fantastico per risolvere o gratificare il conflitto stesso.

PENSIERO MAGICO: tipico del bambino, consiste nel legame simil-meccanicistico causa-effetto.


DIFESE NEVROTICHE

FORMAZIONE REATTIVA: consiste nell’esprimere un pensiero o nel mettere in atto un comportamento che è diametralmente opposto  rispetto all’impulso sottostante, ritenuto inaccettabile (generalmente aggressività, dipendenza affettiva, gratificazione erotica, umiliazione). L’impulso è inconscio, la difesa è generalmente conscia.

COMPENSAZIONE: consiste nello sforzo psichico di controbilanciare deficit psichici o fisici, reali o immaginari che siano. E’ in stretta relazione a una bassa autostima (ad es il voler conseguire a tutti i costi una certa laurea non perché appassionati della materia, ma perché dà prestigio, ecc)

RAZIONALIZZAZIONE: la persona cerca di adattare la realtà ai propri impulsi, portando a se stessa ragioni plausibili riguardo le proprie idee, azioni, ecc., ignorando però eventuali vere ragioni meno accettabili. Alla fine uno giunge a credere alle scuse che porta, quindi è una difesa molto rassicurante circa le intenzioni: dà tranquillità alla coscienza, ma toglie il senso critico e soprattutto nasconde la verità.

INTELLETTUALIZZAZIONE: è l’evitare un problema pratico affrontandolo in maniera teorica. In questo modo si fugge da emozioni e sentimenti e ci si rifugia in concetti intellettuali che sono neutri, perciò non imbarazzanti.

ISOLAMENTO: consiste nell’evitare la reazione affettiva, concentrando l’attenzione solo sugli aspetti cognitivi.

SPOSTAMENTO: è il dirigere il proprio affetto verso un oggetto diverso da quello appropriato: l’oggetto sostitutivo è vissuto come simbolico dell’originale (è l’oggetto transazionale dell’infanzia, la “coperta di Linus”...)

REPRESSIONE-RIMOZIONE: consiste nell’escludere dalla coscienza idee o impulsi che sono per la persona fonti di ansia. Non c’è valutazione previa dei contenuti rimossi, che però continuano a esistere, sebbene in maniera attutita, nell’inconscio.


DIFESE MATURE

SOPPRESSIONE: è la scelta consapevole di spostare la propria attenzione da stimoli, impulsi, conflitti, emozioni che sono dissonanti con lo stile di vita liberamente scelto (per noi: dissonanti rispetto ai valori evangelici).

ANTICIPAZIONE: consiste nella pianificazione o nella previsione realistica degli ostacoli e/o delle difficoltà future, in modo da non farsi cogliere impreparati nel reagire.

UMORISMO: è la capacità di ridere di ciò che si ama pur vedendone il limite, continuando ad amare. Presuppone la capacità di auto-oggettivarsi e di saper cogliere le proprie aree di immaturità senza farne un dramma.

CONCLUSIONE

All’inizio del cammino avevamo detto che la conoscenza di noi stessi da una parte prevedeva certo un aspetto di formazione teorica sulla struttura di personalità, ma dall’altra richiedeva anche un fermarsi per sondare la propria anima. Il riservarci dei tempi di solitudine e di silenzio per guardare dentro noi stessi, per riflettere sulle nostre emozioni, per cercare i capire quali bisogni ci spingono ad agire, è certamente indispensabile. L’autoconoscenza tuttavia non è sufficiente. Proprio i meccanismi di difesa lo testimoniano: se infatti bastasse fermarsi e riflettere un po’, l’inconscio sarebbe svelato, i conflitti verrebbero alla luce... e noi soccomberemmo! I meccanismi di difesa avrebbero completamente fallito nel loro ruolo di protezione dell’integrità dell’Io.
Quale la via di uscita?
Proprio all’inizio avevamo detto quanto fondamentale sia la presenza di una persona esterna che ci cammini al fianco: non che si sostituisca a noi nel faticoso crescere verso l’adultità, ma che ci stia al fianco facendoci da specchio, che torni ad indicarci la via quando deviamo, che crei con noi uno spazio protetto per la rielaborazione delle dinamiche che cammin facendo scopriamo dentro di noi. E’ la figura specifica di chi fa accompagnamento nel processo di crescita umana (counselor).
Conoscere è bene, riflettere è cosa molto buona, ma se le difese sono alte, i conflitti consistenti e le ferite profonde, è illusione sperare di giungere a un buon livello di maturità umana.
Alla nostra sovrana libertà è perciò affidata la scelta se diventare autenticamente adulti (usando umilmente gli strumenti appropriati) o se crescere... solo in età!