Dopo aver parlato dei valori e delle emozioni, affrontiamo ora un tema di fondamentale importanza, quello dei BISOGNI.

Ne diamo subito una definizione: i bisogni sono tendenze innate all’azione.

Ciò significa che indicano un orientamento , ma non determinano una azione.

Come già detto per le emozioni, essi perciò non sono né buoni né cattivi: sottoposta a valutazione morale infatti è solo l’azione.

 

Origine: essi nascono da:

  1. deficit dell’organismo, cioè una situazione fisiologica di carenza
  2. potenzialità naturali che chiedono esercizio o attualizzazione

 

Essendo tendenze all’azione, contengono energia psichica.

La mappa dei bisogni traccia l’orientamento innato della persona; l’apprendimento consiste nell’imparare come soddisfare i bisogni.

L’uomo però non è un automa, programmato per soddisfare con automatismi i propri bisogni. E’ esattamente qui che si pone l’importanza della conoscenza di sé, per imparare a riconoscere le proprie dinamiche interiore, a dare il nome corretto ai bisogni che si percepiscono in sé e, infine, a soddisfarli in maniera adeguata, cioè liberamente orientata ai valori (richiamiamo qui che matura è la persona che è orientata ai valori eterocentrati, che vive - e non solo proclama!- indubbiamente i valori naturali, ma anche quelli congiunti e trascendenti; vivere autenticamente i valori evangelici è certamente segno di maturità umana).

 

I bisogni possono essere divisi in due classi:

  1. dissonanti: se soddisfatti in se stessi, mai orientano ai valori
  2. neutrali: possono affiancarsi a bisogni dissonanti ed essere vissuti come dissonanti anch’essi, oppure possono essere di aiuto correttivo ai bisogni dissonanti.

In tutti noi ci sono bisogni dissonanti e bisogni neutrali! Tale infatti è la natura dell’uomo! 

Dunque non c’è da avere alcun timore nel sondare la profondità di sé, perché niente in noi potrà mai essere così terribile da non poter essere portato alla luce, chiamato per nome, rielaborato e integrato.

Tutti infatti ci portiamo dentro ferite, ma ogni ferita può essere trasformata in feritoia.

Il coraggio di intraprendere questo cammino di conoscenza e di guarigione ci fa veramente uomini.

Ancor più, noi siamo certi che non solo Dio ci ama per ciò che concretamente siamo, ma che il Signore Gesù ci ha redenti: in ogni nostro negativo perciò è già deposto il seme della salvezza, che il nostro consapevole e libero “sì” può rendere efficace.

 

In tutti noi c’è un bisogno centrale più radicato, dissonante, un altro bisogno meno radicato ma pur sempre dissonante, e una serie di altri bisogni -dissonanti o neutrali- che fanno da corollario. Se mi conosco, posso imparare a far leva sui valori neutrali per sollevare i dissonanti. In questo modo anche dai bisogni dissonanti che, ripetiamo, in sé non sono né buoni né cattivi, posso far scaturire azioni moralmente positive, orientate, per nostra libera scelta, ai valori evangelici.

 

Presentiamo ora una definizione dei bisogni principali (ci rifacciamo alla tavola proposta da  A. Cencini e A. Manenti nel volume “Psicologia e formazione” Ed. EDB)

 

Accettazione sociale: essere riconosciuto e apprezzato. Ottenere stima, rispetto, considerazione. Impedire la perdita del rispetto, conservare il proprio buon nome.

 

Acquisizione: compiere cose e attività che abbiano senso. Ottenere qualcosa per se stessi. Non perdersi in cose inutili. Creare, costruire, interagire efficacemente con l’ambiente, competenza.

 

Affiliazione: tendenza innata verso l’altro per stabilire rapporti di amicizia e collegamento. Lavorare a fianco di un oggetto alleato. Collaborare, scambiare punti di vista. Legarsi ad un amico e rimanergli fedele.

 

Aggressività: vendicarsi dei torti ricevuti. Attaccare, assalire, danneggiare. Agire contro e stare all’opposizione. Ledere, sminuire o porre in ridicolo. Calunniare, ironizzare. Spirito di contraddizione.

 

Aiutare gli altri: dare il proprio affetto a un oggetto senza risorse e soddisfare il suo bisogno: un oggetto fragile, disorientato, stanco, inesperto, ammalato, sviato, confuso, infermo, rifiutato, solo, umiliato. Assistere un oggetto in pericolo, nutrire, aiutare, sostenere, consolare, proteggere, confortare, curare, guarire. Tendenza innata all’altruismo come eseguire comportamenti utili agli altri.

 

Autonomia: dirigere attivamente la propria vita. Resistere alle coercizioni. Evitare di essere succubi di autorità dominatrici. Essere indipendente e libero di agire secondo criteri personali. Resistere alle costrizioni e imposizioni.

 

Cambiamento: modificare l’ambiente, le circostanze, le attività. Evitare la routine o la ripetitività. 

 

Conoscenza: soddisfare la curiosità, esplorare; porre domande; acquisire informazioni che vanno dalla sensazione elementare fino all’astrazionee al ragionamento più progredito- Guardare, ascoltare, toccare oggetti, spiegarsi le proprie posizioni sulla realtà.

 

Dipendenza affettiva: soddisfare dei bisogni grazie all’aiuto affettuoso di un oggetto alleato. Essere curato, appoggiato, sostenuto, circondato, protetto, amato, consolato, guidato, favorito, perdonato. Avere sempre bisogno di un appoggio per poter continuare ad andare avanti. Rimanere attaccato a un protettore devoto da emulare.

 

Dominazione: influenzare o controllare il comportamento altrui attraverso suggerimenti, persuasioni, ordini. Dissuadere, vietare, convincere, proporre. Mostrare, informare, spiegare, interpretare, insegnare. Organizzare.

 

Eccitamento (sensibilità): commuoversi lasciarsi stimolare, agitare, toccare; provare sensibilità; cercare eccitazioni.

 

Esibizionismo: fare colpo. Essere al centro dell’attenzione. Eccitare, stupire, affascinare, colpire, incuriosire, sedurre.

 

 

Evitare il pericolo: scansare l’insuccesso, il dolore, le difficoltà. Preferire ambienti già conosciuti e organizzati; temere l’incertezza e la novità; fuggire da situazioni pericolose; cautelarsi con falsa prudenza. Trattenersi dall’esporsi. Mantenere un livello minimo di tensione (omeostasi).

 

Evitare l’inferiorità e difendersi: scansare tutte le situazioni che potrebbero mettere in condizioni di vulnerabilità e biasimo: la derisione, la critica da parte degli altri, l’auto-critica. Non ammettere mai i propri torti. Autogiustificarsi ad oltranza. Conformità passiva. Nascondersi e giustificarsi gratuitamente.

 

Gioco: agire per divertirsi, senza altro scopo; cercare un diversivo; rilassarsi in allegria; amare lo scherzo e il riso. Sognare a occhi aperti.

 

Gratificazione erotica: strumentalizzare l’altro per il proprio piacere. Conquistare per prendere e poi abbandonare. Percepire l’altro come corpo-superficie non espressivo di nessun contenuto psichico.

 

Ordine (bisogno di significato): organizzare e sistemare gli oggetti in un tutto significativo. Costruirsi un sistema di riferimento che ragguaglia sul posto mio e delle cose nel mondo. Darsi un senso; cogliere la natura delle cose. Chiedersi se ciò che si fa o si desidera è auspicabile o di qualche valore. Pesare la portata dei propri atti. Non solo conoscere, ma mettere al loro posto le cose cioè attribuire un senso.

 

Reazione: superare con tenacia le difficoltà, esperienze frustranti, umiliazioni o situazioni imbarazzanti opponendosi alla tendenza di evitarle o di ritirarsi di fronte a un compito o a una situazione che potrebbero avere questi risultati.

 

Sottomissione (rispetto): ammirare un essere superiore, seguirlo con dedizione. Stimare, lodare, onorare. Seguire un esempio.

 

Stima di sé: avere un’identità stabilmente e sostanzialmente positiva; conoscere le proprie qualità, godere per quello che si è e si fa; organizzare le percezioni di sé in un quadro organico e unitario; integrare il proprio negativo.

 

Successo (conseguimento): riuscire in qualcosa di difficile. Attuare potenzialità latenti; sviluppo di sé; destreggiarsi quanto prima e il meglio possibile con un impiego adeguato dei propri talenti.

 

Umiliazione (sfiducia in sé): tendenza a sottovalutarsi. Arrendersi, rassegnarsi. Sottomettersi passivamente ad una forza esterna. Diminuire e biasimare se stessi. Avere paura di fare ciò di cui si è capaci. Colpevolizzarsi per i successi.

 

Bisogni dissonanti: 

aggressività (tranne quando è grinta)

dipendenza affettiva

esibizionismo

evitare il pericolo

evitare l’inferiorità e difendersi

gratificazione erotica

umiliazione

 

In percentuale assolutamente personale, questi bisogni sono presenti in tutti noi.

Ciò che ci fa “esseri unici” -perché tali effettivamente siamo- non è dunque la materia di cui siamo fatti (tutti proviamo emozioni, abbiamo bisogni, ci difendiamo, orientiamo la vita verso i valori), ma la modalità con cui tutti questi mattoni si pongono - noi consapevolmente e liberamente scegliamo di porre-, per edificare quella casa che è la nostra singolare umanità.

Ancora, notiamo che i contenuti dei bisogni sono talvolta in contrasto tra loro: alcuni bisogni si spalleggiano, altri si oppongono tra loro. Tali noi siamo: complessi e ambivalenti!

Per concludere, delle ultime annotazioni:

  1. se questi bisogni sono in tutti, ciascuno percepisce in maniera personale l’urgenza di alcuni rispetto ad altri
  2. i bisogni sono in relazione con la stima di sé, argomento che successivamente affronteremo
  3. non è scontato essere coscienti dei propri bisogni! Il cammino che ci proponiamo ha per finalità proprio, rifacendoci alla finestra di Johari, l’allargamento dell’area pubblica, il consapevole restringimento dell’area nascosta e il fare dell’area inconscia non tanto il deposito delle rimozioni, ma la riserva delle risorse. 

 

La Sacra Scrittura è la narrazione delle vicende del popolo di Dio, composto di uomini in carne e ossa come noi, che hanno saputo riconoscere nella loro storia la presenza operante di Dio. La loro umanità era esattamente come la nostra; se leggessimo con occhio attento la Bibbia, sapremmo riconoscere in Elia, in Davide, in Mosè, nei discepoli, emozioni, bisogni e difese! 

Nulla può maggiormente spalancarci il cuore: noi, così come siamo, possiamo diventare consapevoli interlocutori di Dio e la nostra vita può essere luminosa pagina biblica!

Questa la finalità del cammino: passare dalla recita delle formule di preghiera alla preghiera, cioè al dialogo personale e profondo con Dio, che si radica nella nostra umanità fatta di bisogni, emozioni, difese, valori... e che si slancia verso il cielo. Un cammino dunque di divinizzazione, in Gesù, vero Dio... e vero Uomo!