La seconda realtà che affrontiamo, dopo aver parlato dei valori, è quella delle emozioni.

 

Ne diamo subito una definizione: 

Le emozioni sono delle spinte all'azione.

 

Importante è tenere presente tale definizione, per ora probabilmente piuttosto oscura, ma che cammin facendo ci risulterà non solo più comprensibile, ma indispensabile per la comprensione del nostro mondo interiore.

Tutti sappiamo, d'istinto, cosa sono le emozioni, anche se con molta probabilità facciamo fatica a esprimere l'intuizione in un linguaggio comune e articolato.

Per questo motivo ora tentiamo di evidenziare, forse in maniera un po' schematica, alcune caratteristiche delle emozioni. Lo schema dovrebbe aiutarci a giungere a una più chiara comprensione.

 

Le emozioni:


 1) sono ciò che dà colore e calore alla vita. Una vita senza emozioni sarebbe monocolore, piatta, anaffettiva, senza coinvolgimento reale di noi stessi in ciò che ci accade o che ci è dato di vivere.


 2) Non dipendono da noi. Ci accade di sperimentarle, ma non possiamo né impedirle né provocarle. 


 3) Non sono né buone né cattive, perché il giudizio morale non può essere dato su ciò che ci accade indipendentemente dalla nostra volontà.


 4) Avvengono nel presente, ma sono intrise di passato e di futuro. Ogni emozione infatti ci rimanda a qualcosa che abbiamo già vissuto e che in qualche modo riteniamo affine, similare; nel contempo sono investite delle paure e/o delle attese che abbiamo per il domani, prossimo o remoto che sia.


 5) Coinvolgono sempre il nostro corpo: reazioni di tremore, rossore, tachicardia, lacrimazione, sudorazione, ecc.


 6) E' importante imparare a stare con le nostre emozioni. La tentazione è infatti o di fuggire immediatamente via da esse con delle distrazioni se sono spiacevoli, o di ricorrerle in maniera ossessiva se sono piacevoli, giungendo a una iperemotivizzazione dell'esistenza. Stare con le proprie emozioni è invece importante per conoscerle, chiamarle per nome, comprendere da cosa sono generate, di quale passato e di quale futuro sono caricate. Le emozioni sono una delle possibilità che abbiamo a nostra disposizione per conoscere qualcosa del nostro inconscio.


 7) Dopo averle conosciute, le emozioni vanno accettate e non negate, altrimenti ostacolano il cammino di crescita verso la piena maturità umana e spirituale.


 8) Le emozioni vanno espresse; importante è decidere come esprimerle! 3 possibilità:

  • a) reprimerle = non esprimerle
  • b) esprimerle senza controllo
  • c) esprimerle con controllo = porre l'emozione sotto il controllo della

                                                                  ragione e dei valori 

      

Il sentimento è una emozione che perdura nel tempo.

 

Diamo ora un elenco delle principali emozioni, cercando di spiegarle. Questo serve innanzitutto a noi per chiarirci interiormente, per meglio decodificare ciò che proviamo, ma serve anche per costruire un linguaggio comune che ci permette di comprenderci con sicurezza quando ci esprimiamo (abbiamo tutti fatto l'esperienza di parlare con qualcuno credendo di essere chiari e comprensibili e scoprire poi che l'altro ha inteso diversamente, perché i contenuti dati alle parole non erano identici!)

 

ELENCO DELLE PRINCIPALI EMOZIONI

 

Paura: E' la tendenza ad evitare  una situazione percepita come pericolosa.

In certe occasioni è utile e sano provare paura, perché mette in guardia davanti ad un  pericolo imminente ed elimina  il senso d'onnipotenza che  a volte impedisce di preservarsi.

Un esempio  di questo può essere la paura della velocità eccessiva, al di sopra di  una certa soglia.

Esistono, poi, paure che sembrano meno motivate, o sproporzionate rispetto al pericolo  oggettivo, come, ad esempio, la paura del buio o dei cani e in questo caso sarebbe utile riconoscerle e cercare di capirne l'origine, che spesso risale alle esperienze passate.

 

Ansia: A differenza della paura, le cause dell'ansia derivano dall'interno e non tanto da  una situazione reale di pericolo. E' una tensione che può essere pervasiva, cioè  invadere completamente alcuni momenti della vita di una persona. Può essere legata al timore di  essere abbandonati da persone  care, oppure alla possibilità di non essere accettati o di essere svalutati per non aver risposto  alle aspettative dell'altro, come può succedere, ad esempio, nei confronti di un Superiore/a o di  una Comunità.

 

Vergogna: E' il desiderio di evitare situazioni che possono mettere in risalto il proprio limite.  Essa e legata ad una percezione negativa di sé, al fatto di non sentirsi all'altezza o di non aver agito secondo  le aspettative altrui e allora nasce  la domanda: “Che cosa penseranno di me?”

 

Colpa: Può essere la semplice paura di essere puniti per una trasgressione e questo è ciò che accade di solito nel bambino, preoccupato, più che per ciò che ha fatto, per il  conseguente rimprovero del genitore. La colpa si manifesta anche, però, come sensazione di dispiacere  per avere fatto del male agli altri, è un messaggio di disapprovazione della coscienza.

 

Ira:  E' l'aggressività che tende a debordare e ad esprimersi esternamente.

Può manifestarsi attraverso l'odio, che è totalizzante e persiste nel tempo, oppure essere solo  uno scatto distruttivo e momentaneo, anche verso una persona amata

 

Indifferenza: Esprime una disaffezione  molto forte e  per questo  può ferire anche più della  collera.

L'altro è addirittura ignorato e la sua esistenza non è considerata degna di valore. “Che tu ci sia o non  ci sia, per me è lo stesso”;  “Tu  non vali niente”.

 

Ostilità: E' il percepire l'altro come nemico. A volte si manifesta anche come  intolleranza, soprattutto nei confronti di chi appare diverso ed è percepito come una minaccia per le  proprie sicurezze e convinzioni. 

 

Invidia / Gelosia: L'invidia nasce da un continuo confrontarsi quali con le altre persone rispetto  alle quali ci si sente perdenti perché si ha una bassa stima di sé. Porta ad una lettura selettiva della realtà, che tende a concentrarsi sul proprio negativo e a sopravvalutare il positivo degli  altri.

La gelosia ha, invece, la sua radice nella dimensiona affettiva e rappresenta la paura di  non essere amato abbastanza dall'altro, magari a causa di altri e può portarci a dire: “Se ci sono  anche loro, avrai  rneno spazio per me”.

 

Noia / vuoto: Indica la difficoltà a dar senso alla propria vita ed esprime l'assenza di un mondo interiore significativo. La persona per sentirsi ancora viva, ha bisogno di sensazioni forti e  intense come talvolta il sesso,  l'alcool.

 

Tristezza: Nasce dalla percezione della perdita di una realtà positiva che sembra distrutta  per sempre e insostituibile. La vita diventa pesante, non dà più gioia ne entusiasmo e si  riducono anche gli impulsi primari come la fame, ii sonno e  it desiderio sessuale. L'interiorità della  persona può essere in questo caso paragonata ad una città abbandonata, dove è rimasta ancora la traccia di chi prima vi abitava  e quest'assenza crea un'atmosfera lugubre e di desolazione.

 

Allegria / Gioia: L'allegria è il sentimento che ci fa sentire a nostro agio con noi stessi e con  gli altri e ci permette di avere una visione positiva della  vita.

La gioia nasce dal godere di voler bene e dall'essere in relazione con un'altra persona: è l'atmosfera in cui nasce e cresce l'amore e la fraternità.

 

Simpatia: è una sensazione istintiva e immediata che nasce dall'intuire nell'altro qualcosa  di affine e comune al proprio modo di essere. Può far sorgere il desiderio che col tempo e  l'approfondimento si crei anche un legame  più stretto.

 

Attrazione: è “l'essere calamitati dall'altro”; “qualcosa che ti prende dentro e non sai spiegare”. Da questa sensazione spesso nasce l'innamoramento che, se non si limita alla dimensione sessuale, si riferisce alla totalità della persona e diventa desiderio di stare vicino all'altro più  per com'è che per quello che può dare.