Consolazioni e desolazioni spirituali

SECONDO S. IGNAZIO DI LOYOLA

 

 

Uno dei termini-chiave del vocabolario ignaziano è “scegliere”, inteso sia come scelta dello stato di vita, sia come continua riforma di esso. In entrambi i casi è però, in ultima analisi, la continua scelta del cammino verso Dio.
Un secondo termine-chiave è “mozione”, da intendersi secondo la teologia medievale: è l’azione di Dio nel cuore della persona. Essa ha perciò un carattere oggettivo e viene di norma attribuita allo Spirito Santo. In altri termini, è Dio che agisce nel cuore della persona con il suo Spirito attuandovi un movimento, cioè un qualcosa di nuovo.
In realtà non c’è un solo “spirito” in grado di agire in noi, per questo è di primaria importanza saper distinguere quelle mozioni che vengono dallo Spirito buono (ispirazioni) e quelle che invece sono suscitate dallo spirito cattivo (tentazioni): è l’arte del discernimento spirituale, che ciascuno è chiamato ad apprendere attingendo innanzitutto alla propria esperienza, poi alla teologia spirituale. Se le ispirazioni vanno trattenute, accolte, assecondate, alle tentazioni non bisogna aderire né con la mente né con il cuore, ingaggiando una autentica battaglia spirituale contro di esse.

 

Le consolazioni spirituali

 

Sono gli stati d’animo positivi, non intesi in maniera soggettiva/psicologica, ma frutto di mozioni spirituali, provocate dallo Spirito di Dio e dai suoi angeli. Per “percepirle” è necessario essere allenati a cogliere il proprio mondo interiore e, all’interno di esso, ciò che è dinamismo umano/psicologico e ciò che è invece movimento soprannaturale.
Esse portano la persona a infiammarsi d’amore per Dio, a crescere nella fede, nella speranza e nella carità, a godere di uno stato di letizia del cuore e di pace profonda, di pacificazione interiore in Dio.
La finalità delle consolazioni è quella di rallegrare e fortificare l’anima, di guidarla alla verità e al bene, di confermarla nelle sue decisioni, di permetterle di proseguire nel servizio di Dio.

 

Alcune modalità con cui si fanno presenti le consolazioni:
* gioia spirituale, intesa non come euforia o piacere, ma come gusto di Dio
* fiducia, non nel senso di ingenuo ottimismo, ma di certezza dell’amore di Dio per ogni persona
* pace profonda, che non esclude il disagio o la lotta interiore, ma che esprime un accordo profondo con Dio
* gratitudine per Dio, per quanto ci ama e per quello che fa per noi
* commozione per l’amore di Dio e per la sua misericordia
* trasformazione delle proprie energie, che ci “mettono le ali”, anche dentro le circostanze dolorose
* lacrime per i propri peccati, non a seguito dello psicologico “senso di colpa”, ma perché si fa esperienza che la nostra povertà e la nostra miseria sono raccolte dalle mani di un Dio che è per noi Padre buono
* desiderio di fare il bene, sempre e comunque, per condividere ciò che Dio offre a noi

 

Le consolazioni spirituali sono in dono gratuito di Dio, che Egli ci elargisce al momento opportuno: per questo non vanno né chieste né cercate. Vanno accolte con rendimento di grazie, ci ricaricano nella fiducia verso noi stessi, verso Dio e verso la vita, ma con la consapevolezza che il cammino esistenziale prosegue sempre in un’alternanza di consolazioni e desolazioni.

 

Le desolazioni spirituali

 

Sono quei momenti in cui ci pare di percepire Dio come lontano da noi e la nostra anima si sente abitata da sentimenti negativi, da pesantezza spirituale, è tentata di chiudersi in se stessa e di ripiegarsi sui propri problemi, come se la propria vita perdesse di senso, non avesse più un orizzonte, o se questo orizzonte fosse senza Dio.
Può assumere varie forme, aventi però tutte, come denominatore comune, la mancanza di pace spirituale profonda.
E’ uno stato spirituale transitorio, nel quale S. Ignazio raccomanda di non fare mutamenti, non prendere decisioni, ma restare saldi in ciò che si era deciso nel tempo della consolazione. Nella notte infatti non si vede a sufficienza, quindi non ci sono le condizioni idonee né per discernere né per orientare il cammino. E’ importante questo, perché le desolazione hanno la caratteristica di voler suscitare decisioni da prendere immediatamente, con urgenza, talvolta intese come “tentativi”; al contrario, il bene cresce con pazienza, è rispettoso dei tempi di maturazione umana e spirituale.

 

Alcune modalità con cui si fanno presenti le desolazioni:
oscurità: diventano incerte le scelte fatte precedentemente, ci si sente smarriti, non si sa dove si vuole andare, dubitiamo dell’amore di Dio e della sua premura verso di noi
tristezza spirituale: ci sentiamo insoddisfatti, senza però sapere il motivo preciso, siamo indifferenti nei confronti di Dio, lo percepiamo come insignificante per noi e per il mondo intero
fascino del sensibile: diamo valore solo a ciò che è umano, come se la Grazia e la Provvidenza non esistessero più
inquietudine: scrupoli, paura di sbagliare, di non farcela, di non essere all’altezza
aridità del cuore: Dio ci sembra assente, iniziamo a pensare che sia inutile pregare, non ne abbiamo voglia, ci sentiamo incapaci

 

E’ importante discernere se ciò che proviamo nasce dal profondo di noi (dunque si tratta di desolazioni) o se invece poggia sui bisogni (dunque è dinamica psicologica).
Le desolazioni sono una prova che Dio ci manda affinché ci fortifichiamo livello spirituale, purificando e rendendo sempre più soprannaturale il nostro cammino verso di Lui. Sono un dono, perché tornano a nostra utilità.