Due nomi: Caterina Maria Francesca Antonia Sordini e Maria Maddalena dell'Incarnazione; uno la inserisce nello stato civile, l'altro rimanda ad una scelta definitiva di vita religiosa; in tutto 54 anni.

 

Primi 18 anni: nascita,infanzia, adolescenza, prima giovinezza in famiglia a Porto Santo Stefano. Piccolo paese nel piccolissimo Stato dei Presidi, sette cittadine sul mare di Toscana, tra I'isola d'Elba e il Monte Argentario, inconsistente eppure duraturo, desiderato e mercanteggiato dalle super potenze del tempo, a turno Spagna, Austria, i Borboni di Napoli, i Francesi; dal Congresso di Vienna nel Granducato di Toscana.

 

Altri 19 anni: entrata nel monastero delle Francescane o monaca, abbadessa a Ischia di Castro.

Zonadi tufo e di travertino, presenza accentuata di reperti etruschi, ricordo nel nome di Castro di un piccolo Stato a nord del viterbese, anche segno del nepotismo dei papi del 1500, creato proprio da Paolo III Farnese per la propria famiglia e, dopo vicende di soldi e di guerre, tornato allo Stato Pontificio.

 

Ultimi I7 anni: fondazione delle Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento, difficoltà, ricerca del luogo e dei mezzi e dell'approvazione, esilio, rientro, avvio dell'Adorazione Perpetua, crescita e sistemazione logistica, giuridica e comunitaria, poi... "alla cascata delle foglie" il seme che muore per assicurare fecondità, al monastero dei Santi Gioacchino e Anna alle Quattro Fontane presso il Quirinale.

 

Questi 54 anni si situano tra il 1770 e il 1824.

 

Le coordinate spaziali, immediatamente, e poi quelle temporali e storiche e culturali suggeriscono un salto di onzzonte e di approfondimento: siamo al centro del Potere spirituale e temporale dei Papi nel momento della sua più acuta contestazione e crisi di sopravvivenza, non solo del potere politico ma anche di autorevolezzaperlo stesso mondo cattolico, anche dell'esistenza dell'istituzione della vita religiosa consacrata e dei monasteri di clausura.

 

Le carte geografiche politiche d'Europa, e non solo, vengono stracciate e ridisegnate ad ogni scontro vittorioso degli eserciti di Napoleone e là dove arriva quel segno di matita imposto dal generale che non si discute, dal Primo Console, dall'Imperatore dei Francesi, dal Re d'Italia arrivano anche, persuase e più spesso obbligate, se mai con qualche compromesso,le decisioni pensate e prese a Parigi durante la Rivoluzione francese: la Costituzione civile del Clero,la soppressione dei conventi di clausura,l'istanza ultima e indiscutibile del potere civile su ogni aspetto di vita del cittadino...

 

Non era solo la legislazione francese a prendere questa direzione; già il cattolico Giuseppe II d'Austria pochi anni prima aveva aperto le strade alla soppressione dei conventi di vita contemplativa, era entrato nelle chiese e nelle sagrestie a dettare leggi minuziose, è stato perfino soprannominato "re sagrestano"; le dinastie dei Borboni in Francia, in Spagna, nel Napoletano, perfino a Parma e Piacenza e il Portogallo avevano deciso la soppressione dei Gesuiti, coinvolgendo sulla stessa linea il pontefice Clemente XIV.

 

Evento-allegoria, precorritrice per i nuovi programmatori di storia, gli ultimi mesi di Pio VI, vecchio ottantunenne, semiparalizzato, prigioniero e ostaggio dei francesi, trasferito moribondo a Valence sul Rodano, per morirvi il 29 agosto del 1799 come "Pio Ultimo"; per la pubblicistica francese: "questa fine mette il sigillo alla gloriosa filosofia dei tempi moderni".

 

Innegabili cambiamenti d'epoca che sembrano lontani anni luce dalla povera, segreta vita di una monaca di clausura, incapace di incidere sulla storia, al massimo la si subisce, mai la si determina.

 

Eppure alcune coincidenze, per lo meno strane:

1789: inizio della rivoluzione francese;

1789,19 febbraio, giovedì grasso, alla giovane novizia Maria Maddalena dell'Incarnazione in "visione" viene affidata una missione: fare una fondazione di Perpetue Adoratrici...inoltre prevede i grandi pubblici avvenimenti di fine 1700 e inizio 1800...fatti intrecciati di politica europea, di coinvolgimenti in Italia e nello Stato Pontificio, di vicende personali o comunitarie.

 

Caos di una fantasia illusa di monaca che non sa di mondo e di storia e che tutto racchiude nelle pareti della propria cella oppure la storia è fatta anche dalle azioni minime, ripetute, di persone invisibili dietro i muri e le grate di un monastero?

 

2 febbraio 1808: approvazione della Regola delle Adoratrici Perpetue...

2 febbraio 1808: inizio dell'occupazione di Roma da parte dei Francesi, con relativa estensione della loro legislazione e con intensificata e guardinga diffidenza su tutto ciò che riguarda la religione.

Ora le connessioni tra la "grande" storia e il silenzio appena sussurrato di un monastero si fanno più evidenti e consapevoli, anche attive.

 

Il 6 luglio del 1809 il papa Pio VII, "l'Ultimo era già stato superato", viene deportato.

Poco prima della cattura il papa, che è ancora al Quirinale, vuole un incontro con suor Maria Maddalena dell'Incarnazione; in un colloquio di un'ora chiede che cosa sarà di Lui:"Padre Santo, rispose, alla Santità Vostra non manca il coraggio: i francesi La porteranno via come un agnello in mezzo ai lupi, i quali però non potranno nuocerle; ma poi tornerà glorioso e in trionfo sul Suo trono!"

Il giorno precedente alla cattura la monaca fa avvertire segretamente uno degli ufficiali dei Palazzi Apostolici:

"nella notte i francesi avrebbero portato via Pio VII". 

E così accadde.

Anche i francesi devono essere venuti a conoscenza di qualcosa su quanto era avvenuto; in un rapporto della polizia napoleonica si legge: "Si parla anche di una monaca soprannominata la profetessa d'Ischia, esistente nel convento di sant'Anna, a cui fanno predire avvenimenti faustissimi al Pontefice e alla Chiesa..."

 

Forse un po' di sorriso volterriano, voce grossa da chi ha la forza, ma non del tutto segreto un timore che fa stare in guardia e fa intervenire.

Sospetto e vigilanza e dopo due anni la decisione drastica: perquisizione e requisizione di carte e manoscritti, in uno vi è anche I'accenno al futuro positivo del pontefice...sufficienza di prove per intimare I'esilio anche alla monaca; qualche settimana a Porto Santo Stefano e tre anni a Firenze.

Delusione e sconforto o preghiera che cerca di capire, di vedere oltre?

Salmo 126,5-6: "Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo. Nell'andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare...".

 

Pio VII: 17 maggio 1809 nel castello di Schónbrunn viene emesso il decreto che annette gli Stati Pontifici all'Impero francese, reso pubblico a Roma il 10 giugno al suono delle artiglierie e con la bandiera francese issata su Castel Sant'Angelo; quella stessa notte sui muri di Roma prontissimo il testo della bolla di scomunica per "usurpatori, fautori, consiglieri, aderenti, esecutori"; Napoleone esplode rabbioso in una lettera al Muraf "Ricevo la notizia che il papa mi ha scomunicato. E tn pazzo furioso che bisogna rinchiudere." Eccolo servito: Pio VII è condotto, prigioniero, prima a Grenoble poi a Savona per tre anni, quindi a Fontainebleau e ancora a Savona.

 

Madre Maria Maddalena dell'Incarnazione: tre mesi dopo la perquisizione del 1811 riceve l'ordine di partire per il proprio paese natale; dopo solo un mese, a seguito della grande accoglienza e degli incontri con troppe persone, altro provvedimento: "partire immediatamente, e di notte, per Firenze. Tutto è crollato: il monastero chiuso, le ragazze probande rimandate a casa, lei esiliata con una consorella, la vicaria e il confessore a sopravvivere in nascondigli di fortuna.

 

Proprio in quel periodo di tempo quell'immensa "statua d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro" comincia a svelare anche I'argilla: campagna di Russia 1812, Lipsia ottobre 1813, relegazione nell'isola d'Elba, la fiammata dei Cento giorni, Waterloo 1815...e Sant'Elena.

 

Madre Maria Maddalena dell'Incarnazione, nel settembre del 1813, ancora prima di Lipsia, alla domanda di un cardinale deluso sulla possibilità e sul tempo del ritorno a Roma afferma prontamente: "Per Pasqua è certo"(1814).

Con Gesù si potrebbe esclamare: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli." (Matteo I1,25).

Solo rivelate o anche affidate ai piccoli, veri costruttori di storia? Quel salmo 126,4 diventa vera descrizione di storia: "Riconduci, Signore, i nostri prigionieri, come i torrenti del Negheb. Nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni."

 

Pio VII torna in trionfo nella sua Roma. L'esperienza, la sofferenza,le circostanze e la riflessione consigliano moderazione, perfino pongono la domanda sull'efficacia o sul rischio del potere temporale nei confronti della sua suprema missione religiosa e universale, pur trovando i tempi non ancora maturi; per ora separazione di interessi, a lui la parte spirituale, al card. Consalvi la politica, nessuna rivincita sui tanti collaborazionisti dei francesi e ancora un'accoglienza-allegoria: solamente nel suo stato trovano asilo e rispetto i membri della famiglia di Napoleone.

 

Madre Maria dell'Incarnazione nel marzo del 1814 rientra nel monastero di Roma in Via delle Quattro Fontane; la comunità,la missione dell'Adorazione,la vita religiosa riprendono con più slancio le fila interrotte, più il dono della semina di Firenze: dieci giovani fiorentine si sono aggiunte a lei come aspiranti.

 

A sigillo  dell'unione della storia  "grande" con  la piccola il  voluto incontro di Pio VII con  la Madre: le invia il cero da lui tenuto  in mano nella processione del Corpus Domini  di quell'anno  1814, ricordo e  riconoscimento dell'efficacia  dell'Adorazione Perpetua a Gesù  nell'Eucaristia; pochi mesi dopo egli stesso va nel  vicinissimo monastero a rendere  visita alla monaca.

È passato Pio VII, è passata  Madre Maria Maddalena  dell'Incarnazione, passano altri papi e  altre superiore, altri  Napoleoni e altre rivoluzioni,lo Stato pontificio e dinastie e  imperi, dittature di  uomini e  di collettività,  ideologie politiche e promesse definitive di benessere, e  colonialismi e  imperialismi e asservimenti  disumani, e guerre e prepotenze e violenze fino a  genocidi...meno male che resta Dio...ma non fa miracoli, neppure per i suoi santi, per i suoi privilegiati "i  poveri", solo qualche segno,  sufficiente per  chi vuole aprire gli  occhi, e a ognuno l'invito,  la

missione a collaborare per il  "regno", per la costruzione  della storia, con una  efficacia inversamente  proporzionale alla visibilità: parlano "i potenti" , costruiscono gli  anonimi, realtà difficile a diventare consapevolezza  riconosciuta: ma dei "poveri" è il regno  di Dio anche ora, ma dei "miti"  la terra, ma dai  "costruttori di pace" l'unica convivenza  riuscita.

 

Di una parete solo il colore  dell'intonaco è visibile ma  chi regge il  muro sono i mattoni, gli infiniti e insignificanti granelli di sabbia. 

 

Padre Franco Oberti, Dehoniano