Nei Cuori che andiamo via via esaminando, c’è sempre la medesima costante: un grande cuore al centro. E’ il Cuore di Gesù. E’ al centro perché di Gesù è l’iniziativa, sempre: è Lui ad attirare a Sé ciascuna persona, è Lui ad amare per primo, è Lui che invita a lasciarsi attrarre e sedurre dal Suo Amore. Che sia un Cuore ardente di amore ben lo dimostrano le fiamme che dal Cuore stesso escono. Un Amore che ha la concretezza non solo del permanere tale nel dolore, ma che ha la misura del dare la vita per amore, un amore [: questo il significato della croce che sta tra le fiamme. 

Questo pone la persona nella posizione spirituale più corretta: di creatura immensamente amata da Dio, suo Creatore, gratuitamente. Si è in una postura diametralmente opposta a quella narcisistica, autosufficiente e autoreferenziale che sempre tenta l’essere umano fin dalle origini del suo esistere. In fondo il peccato originale altro non è che il credersi Dio e il voler fare a meno di Lui, nelle grandi cose come nel quotidiano. Bastare a se stessi è illusione, come lo è quella dell’autodeterminazione. Noi siamo creature, questa la nostra identità. Siamo però creature amate da un Dio che ha scelto di fare di noi l’oggetto del Suo Amore senza misura, fino all’incarnazione, fino alla passione e morte di croce, fino alla risurrezione, risurrezione Sua e nostra in Lui. Questo è ciò che ci fa immensamente grandi! Grandi… e umili… e grati…

 

La seconda immagine che si riconosce è la presenza di una corona di spine che circonda il cuore di Gesù, presentata già con il 1° Cuore. Anche in questo disegno, sotto lo corona di spine, sulla sinistra, vi è la ferita. In questo terzo cuore però la ferita è abitata! Le sette colombe non sono più legate al Cuore con una catena, che pure era amorosa. Ormai abitano stabilmente nel Cuore di Gesù: questo è il compimento del “voto di unione”, cioè della scelta di vivere sempre unite a Gesù. E’ Gesù la “casa” dove ciascuna colomba dimora. Nemmeno più si muovono, sono appollaiate all’interno della ferita. Questo a dire come esse siano giunte a uno stato di pacificazione interiore. Sarebbe ingenuo pensare che non ci siano più i turbamenti della mente e del cuore, ma il vivere in costante unione con Gesù fa sì che essi siano come il vento che increspa la superficie del mare: le onde sono solo in superficie, la profondità delle acque è sempre calma. La colomba che è scesa a un tale stato di interiorità, gode della pace dell’abitare in Gesù, indipendentemente da ciò che di fatto accade all’esterno. Si occupa di ogni cosa, ma non si preoccupa, perché vive interiormente nel Cuore di Gesù.

 

Un altro simbolo presente nel disegno e che già è stato incontrato è quello della catena d’oro. Ve ne è una grande che esce dal cuore di Gesù e che al cuore ritorna, circondando ogni cosa. Simboleggia l’amore di Dio, che racchiude in sé ogni cosa, tutto custodendo e proteggendo. Se si entra nella relazione con Gesù, allora tutto ciò che accade è dentro la dinamica dell’amore: la persona si consegna a Gesù e Gesù si prende cura di lei sempre. Questo quando gli avvenimenti sono favorevoli, ma anche quando sembrano essere avversi: sempre la persona è chiamata a fare della propria esistenza una lettura sapienziale, capace di scorgere l’operare di Gesù per il bene della persona: ogni circostanza non ha altro fine che aiutare la persona a divenire amore, esattamente come Gesù che è tutto e solo amore.

Nel disegno poi sono presenti altre catene, che escono tutte dalla ferita del Cuore di Gesù, alla cui estremità opposta sono legate delle farfalle molto colorate [1]. Esse rappresentano l’anima di ciascuna persona. Se da un lato riposa pacificata nella ferita del Cuore di Gesù, come rappresentato dalle colombe, dall’altro sulla terra sempre si è in cammino, anche dal punto di vista spirituale. Ebbene, la farfalla sta a indicare l’anima che, per sua natura, sempre si rivolge verso la luce. In questo caso, essa proviene dalla fiamma del Cuore di Gesù. Dunque l’anima è sempre rivolta a Lui, attorno a lui vola, a Lui si avvicina fino a diventare luminosa per partecipazione. La beatitudine di queste farfalle sta nell’essere rivolte al Cuore di Gesù e nell’essere da Lui completamente attirate, fino ad ardere con Lui di un unico medesimo amore. 

Se la catena che circonda l’intero disegno è la scelta di Gesù di racchiudere ogni cosa dentro il Suo Amore, custodendolo, la catena di ogni farfalla è la libera scelta della persona di restare vincolata al Cuore di Gesù con un patto di amore, che si nutre e si alimenta del vivere in continua unione con Lui, ad ogni respiro, per ogni battito del cuore.

 

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1 cfr. S. Teresa d'Avila, Vita, 18,14.