Introduzione
Volumi slegati scompagnati,
unti , tutti strappati e sgualciti,
eppur tanto generosi per me
di sorprese , di meraviglie
e di promesse !
( Papini )
I racconti, le fiabe e le fole sono un genere letterario popolare che appartiene ad ogni civiltà e ad ogni cultura.
Ogni popolo, fin dall'antichità classica, ha sempre affidato alle narrazioni mitiche il proprio prestigio, le proprie origini, la propria identità culturale, ed è proprio alle storie che è stato
affidato il delicato e gratificante compito di trasmettitore culturale per le generazioni lungo i secoli .
L'interesse personale per il genere narrativo e l'aver riscontrato quale importanza è stata, ed è attribuita tutt'oggi presso ogni civiltà, a questo genere, hanno suggerito l'argomento della presente
tesi.
Poichè il materiale a disposizione, inerente a questo tema, era sconfinato, non è stato possibile visionarlo nella sua totalità e, di conseguenza, si è imposta la necessità della scelta dell'ambito
entro cui impostare e sviluppare la ricerca .
Il tema narrativo è stato così affrontato basandosi sugli studi sorti nell'ambito della psicologia cognitiva, analizzando soprattutto quello che è considerato lo sviluppo evolutivo della dimensione
narrativa lungo l'evolversi delle capacità cognitive di un individuo.
Argomento della presente elaborazione sono dunque i racconti ed i testi narrativi, visti quali strumenti atti a sviluppare lungo tutto l'arco evolutivo le capacità psico-linguistiche
individuali.
Attraverso le narrazioni, come nota Bruner (1994), il soggetto acquista la conoscenza e giunge a padroneggiare il linguaggio sociale della civiltà entro cui vive .
Scopo di questa tesi è quindi indagare come questo sviluppo personale e sociale, attuato tramite l'uso dei supporti narrativi, avvenga lungo l'arco evolutivo, e quale incidenza ed influenza abbiano
il contesto sociale, ed i mezzi di cui il soggetto dispone, sulla capacità di padroneggiare queste abilità psico-linguistiche, e sull'importanza ad esse attribuita dal soggetto.
Il piano di lavoro è stato, idealmente, diviso in due parti: una prima parte ( primi quattro capitoli ) tendente ad inquadrare il tema nell'ambito cognitivo-evolutivo, ed una seconda parte ( ultimi
tre capitoli ) in cui le abilità infantili vengono considerate in rapporto alla capacità di comprendere, ricordare e produrre un testo narrativo.
Partendo da un'analisi generale , atta a presentare la narrazione come funzione mentale (cap. 1), e dalla distinzione evidenziata da Bruner (1994) tra dimensione argomentativa e dimensione narrativa
del funzionamento cognitivo, vengono tracciati i criteri e gli elementi sintattico-lessicali che fanno di un testo, un testo narrativo.
Questo ha implicato una preliminare distinzione, seguendo gli studi condotti da Britton-Pellegrini (1990), tra dimensione conscia e dimensione inconscia del pensiero narrativo , insito nel
funzionamento cognitivo.
Se da una parte è stato ampiamente dimostrato da diversi autori ( Bruner, 1994; Levorato, 1988; Feldman, 1990 ) che la nostra mente organizza e cataloga i dati presenti in memoria secondo uno schema
prettamente narrativo ( Mandler , 1984; sostiene infatti che, tutto ciò che non è organizzato in forma narrativa non viene ricordato ) e pur vero anche che, l'organizzazione conscia di un pensiero
narrativo, viene ed essere temporalmente incentrata sulla dimensione psicologica del soggetto narrante ed è di conseguenza più esplicita, dettagliata ed informativa rispetto alla dimensione
inconscia
L'analisi prosegue ( cap. 2 ) con la disanima delle competenze lessicali, in rapporto allo sviluppo cognitivo del bambino nell'arco evolutivo ( vd. Devescovi, 1989; Levorato, 1988) .
Seguendo l'analisi compiuta da Devescovi (1989) viene evidenziato l'evoluzione cognitiva che il bambino compie, attorno ai nove-dieci anni, passando dallo " stadio astratto " allo " stadio concreto "
e la conseguente acquisizione della capacità di giudicare la bontà lessicale di un enunciato basandosi solo su criteri linguistici e non più esclusivamente semantici .
Su questo sviluppo mnestico, come nota Bruner (1994) influiscono notevolmente sia il contesto culturale in cui il soggetto cresce, sia il conseguimento del linguaggio dimensionale tramite
l'acquisizione della capacità compensativa .
Il capitolo si conclude con l'analisi del linguaggio figurato e del linguaggio di fantasia, considerato da Scopesi (1990) quale prima tappa verso un uso non contestualizzato del linguaggio e verso
l'acquisizione delle capacità linguistico-astrattive .
Si passa poi ( cap. 3 ) a considerare la dimensione metacognitiva della mente quale "insieme dell'attività psichica che presiede al funzionamento cognitivo" ( Cornoldi, 1990), facendo riferimento al
modello " Good strategies " di Borkowski (1988).
Infine ( cap. 4 ) vengono analizzati lo schema, la struttura e la grammatica delle storie, tema ampiamente esaminato da Levorato (1988), e le differenze organiche e semantico-interpretative,
evidenziate da Britton-Pellegrini (1990) , tra narrative scritte e narrative orali .
Nella seconda parte di questo lavoro l'analisi verte sulle capacità del bambino di comprendere una narrazione ( cap. 5 ) non solo nella sua dimensione lessicale ma anche nella sua dimensione
semantica di rapporto comunicativo autore-ascoltatore generante una pluralità di significati possibili .
Soggetto della trattazione divengono poi ( cap. 6 ) le componenti cognitive e le strategie mnestiche che un soggetto utilizza per poter ricordare un racconto e i fattori che ne ostacolano, o ne
favoriscono, la memorizzazione .
Affinchè una narrazione possa venir prodotta ( cap. 7 ) devono essere presenti tutti quegli elementi canonici per un testo narrativo che, secondo Levorato (1988) e Zammuner (1991) costituiscono una
narrazione socialmente e semanticamente accettabile : questo costituisce l'argomento dell'ultimo capitolo.
indice dei vari capitoli di cui si compone la tratazione
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1 Narrazione come funzione mentale.pdf
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2 Analisi delle competenze lessicali.pdf
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5 Comprensione di testi narrativi.pdf
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