LA DEVOZIONE DI MADRE MARIA MADDALENA all'Addolorata

SAN PAOLO DELLA CROCE

Accanto ai Serviti, grandi diffusori della devozione ai dolori di Maria furono i Passionisti, fondati da San Paolo della Croce nel 1720, il quale stabilì la sede del nuovo Istituto sul Monte Argentario, proprio a pochi passi da Porto Santo Stefano, ove nacque Madre Maria Maddalena. San Paolo morì a Roma nel 1775.

L'allora Caterina Sordini contava solo cinque anni, ma sappiamo quanto viva rimase la memoria del Santo fra gli abitanti della costa d'Argento. Abbiamo inoltre certezza, attraverso le fonti dell'Istituto, che il Santuario Passionista del Monte Argentario era meta frequente della famiglia Sordini, mentre possiamo supporre con fondate ragioni che il padre di Caterina, Lorenzo Sordini, ebbe modo di conoscere personalmente l'insigne Fondatore ed apprezzarne la santità.

«II dolore di Maria - scriveva il Santo - è come il mare Mediterraneo, essendo scritto: Magna est velut mare contritio tua: da questo mare si passa all'altro sterminato della Passione di Gesù, in persona del quale dice David: Veni in altitudinem Maris e quivi l'anima si arricchisce e pesca perle preziosissime delle virtù di Maria e di Gesù».

Soprattutto - al Santo - stavano impressi nel cuore i dolori di Maria SS. Portava sempre al collo l'abitino dell'Addolorata e nelle missioni diffondeva con grande fervore la devozione ai suoi dolori. Sebbene non fosse solito fare processioni, pure alle volte, per maggiormente infervorare il popolo nella devozione ai dolori di Maria SS., lo conduceva con processione devota a qualche chiesa ove si venerava la Vergine Addolorata. Così fece in Ischia la prima volta che vi fece la santa missione. Volle fare una visita alla chiesa dei Servi di Maria e giunto alla porta della Chiesa fece un discorso così fervoroso che pianse dirottamente e si flagellò a sangue. La compunzione del popolo fu indicibile: per lunghi anni se ne conservò memoria con rinnovato spirito di devozione alla Regina dei Martiri.

Poco prima della morte San Paolo confidò a una figlia spirituale di aver avuto un visione. Ed ella così tramandò: «Mi confidò un giorno che, mentre era giovane secolare, trovandosi in viaggio, andava seco stesso pensando di entrare in qualche religione, quand'ecco - mi disse - "Mi si fa avanti la Vergine Santissima. Oh quanto bella! Anzi bellissima. lo non ardivo di rimirarla. La vidi vestita di nero con il segno in petto, che è quello appunto che ho usato io e fatto usare ai miei religiosi e con amorevolezza più che di Madre, mi disse: - Figlio, vedi come sono vestita a lutto ciò è per la Passione dolorosissima del mio diletto figlio Gesù: così hai da vestir tu e hai da fondar una Congregazione nella quale si veste in questa guisa, dove si faccia un continuo lutto per la passione e morte del mio caro Figliuolo-"».

 

PIO VII

Fu anche per l'influsso di Pio VII che Madre Maria Maddalena scelse quale Protettrice del novello Ordine la Vergine Addolorata. Il Pontefice infatti, in ricordo delle sofferenze inflitte da Napoleone alla Chiesa nel suo capo, introdusse nella liturgia la celebrazione dei dolori di Maria.

A giudicare dagli episodi sopra narrati riguardanti San Paolo della Croce, la devozione alla Vergine dei dolori doveva essere cara alla Madre già prima dell'incontro con papa Pio VII. È certo che, comunque, ella la fece propria e la diffuse presso le sue figlie e quanti si rivolgevano a lei per consigli spirituali.

 

MADRE M. MADDALENA DELL'INCARNAZIONE

Questo attestano le numerose testimonianze che ci sono pervenute attraverso i processi per la beatificazione di Madre M. Maddalena.

Ne volgiamo qui riportare alcuni a titolo esemplificativo.

Il dottor Pietro Sciarra, Primario dell'Ospedale Santo Spirito e Medico Pontificio, che conobbe la Madre nel 1816 - dopo l'esilio - attestò che ella «fu devotissima di Maria Santissima Addolorata e ne celebrava la festa pubblicamente in Chiesa» (Positio § 304 pag. 139). 

Mentre Isabella Baldeschi, nipote del confessore della Madre e che fu per qualche tempo novizia nell'Ordine delle Adoratrici, precisa: «quando poi erano le solennità del Corpus Domini e le solennità di Maria SS. si mostrava assai giuliva. Nell’Assunta, otto giorni prima incominciava a farci recitare, e di tanto in tanto si presentava a noi per farci ripetere, queste giaculatorie: - Si rallegra il cuor mio teco, Maria, più che se la tua gloria fosse la mia, Signora mia dammi per buona sorte, che io ti goda nel ciel dopo la morte - . Ma tali parole in bocca della Serva di Dio erano proferite con tale e tanta enfasi che pareva di essere la Serva di Dio in Paradiso, e parlare in presenza della Vergine SS. ma. Chiamava questa ed altre solennità la festa della nostra mamma». (Positio § 122-123 pag. 61-62)

Sr M. Arcangela della Volontà di Dio, che fu al fianco della Madre dal 1809 al 1824, testimonia che: «Indizio della sua fede fu la devozione che mostrava verso la Madonna e con l'essersi consacrata totalmente come schiava ad Essa Madre di Dio, offrendole tutte le sue opere ed orazioni, il che fu nell'ultimo periodo della sua vita, nella quale epoca non solo esortò tutte le sue figlie ad imitarla in questa consacrazione, ma altresì introdusse che ciascuna.'portasse al collo, sotto lo scapolare, una catenella di trenta maglie col cuore di Maria in una lamina di ottone dove sono impressi i Nomi di Gesù e di Maria, in segno della loro schiavitù donata a Maria Santissima». (Positio §225 pag. 107)

I particolari di questa consacrazione fatta dalla Madre negli ultimi giorni della sua vita terrena ci vengono riportati con cura dalla nipote Suor Cherubina della Passione: «Nella medesima malattia una mattina, quando la comunità attendeva all'orazione mentale, e la Serva di Dio secondo il suo desiderio, essendo sola in letto nella sua camera, e lo e la Sr. M. Serafina stavamo fuori della camera della medesima facendo pure l'Orazione, e ci tenevamo sempre pronte ad accorrere alla medesima qualora ne avessimo inteso il segno del campanello, in quella mattina, dico, apparve alla Serva di Dio la SS.ma Vergine Maria e le disse: "guarda, Sr. M. Maddalena, come io amo e proteggo questo Istituto, le tue monache"; ed in quel ciò dicendo la SS. ma Vergine allargò il suo manto e sotto del medesimo essa Serva di Dio vide tutte le sue monache, ed una delle più giovani fare molte feste alla gran Madre di Dio e quindi poggiare il suo capo sul di Lei seno,· ed in questo la Serva di Dio conobbe che quella giovane religiosa aveva un gran retto fine nel suo operare. Questa apparizione venne dalla Serva di Dio comunicata al suo confessore P. Baldeschi, il quale la eccitò a riferirlo alla comunità, per renderla sempre più devota a Maria SS. ma ed affezionarla all’Istituto. Quindi fu che la Serva di Dio, avendoci tutte radunate in sua presenza, ci raccontò l'apparizione sovra da me esposta». (Positio § 860, pag. 418-19)

Secondo don Giovan Antonio Baldeschi, prima che i medici rilevassero la gravità dei suoi mali, la Madre «fece chiamare la Comunità Adoratrice, alla quale disse di voler dare la catena di schiavitù di Maria Purissima, e che questo era l'ultimo atto che Essa compieva con loro; che avessero perciò pregato la Divina Signora, affinché l'assistesse nel grande passaggio che faceva da qui all'eternità. E questo lo disse "mentre sentivasi un gran male per cui fu subito riposta in letto"». (Dalla Vita del Baldeschi, citata dalle Notizie storiche al Cap. XXIX pag. 339)

Secondo la testimonianza di Sr Maria Concetta, una delle testi più equilibrate ai processi diocesani, «Maria Santissima è sempre stata riconosciuta per la protettrice particolarissima del Santo Istituto, come pure San Giuseppe e San Giovanni Evangelista, ma l’offrirle tutti inostri beni spirituali l'ho trovato già introdotto nella Regola del milleottocentootto in uno dei Capitoli composti dalla Serva di Dio» (Positio § 490 pag. 247).

La Madre inoltre dispose che «nella solennità dell'Addolorata in settembre volle, che la comunità rinnovasse ogni anno i voti». (Sr Maria Giacinta della Volontà di Dio Roma § 373 pag. 176-177)

L'amore per la Vergine dei dolori si manifestava nella Madre, tanto nelle pratiche tradizionali di pietà che in un genuino spirito di fede.

Sr Maria Teresa del Sacro Cuore di Gesù, che conobbe la Madre durante l'esilio di Firenze e la seguì poi a Roma, attesta: «Oltre a recitare con molto raccoglimento ed esattezza l'ufficio divino, e le altre preghiere vocali prescritte dalla Regola, ne aggiungeva molte altre di sua elezione, talché da mattina a sera quasi in continua orazione. Al Rosario di cinque imposte portate dalla Regola, ne aggiungeva un altro di quindici imposte ogni giorno. [ ... ]

«Oppure ho sentito dire dalla stessa sua nipote che ogni giorno recitava un'orazione che ella aveva chiamata l'Infiorata a Maria Santissima, e che la inculcava alla stessa Sr. M. Cherubina, perché per mezzo di questa si ottengono tante grazie da Maria SS.ma. [ ... ] Quanto all'orazione mentale questa inculcava a noi di farne molta e ci diceva che invece di occuparci nella lettura di tanti libri è meglio meditare il Crocifisso, dove in quello si trova tutto.

«La Serva di Dio cercava di mortificare il suo corpo con l'esercizio del digiuno. Questo praticava mentre era ancora in casa paterna prima di entrare nel Monastero d'Ischia ogni sabato e nelle vigilie delle feste di Maria Santissima». (Positio § 947 pag. 463-64)

Anche Suor M. Concetta testimonia che la Madre chiamava «col nome di Mamma Maria Santissima, a lei ricorreva con confidenza di figlia» pare certo - poi - che «recitasse il Rosario di quindici poste e forse di più, l'Infiorata che sentiva io nominare ma non sapeva in che consistesse». Suor Maria Concetta che conobbe Madre Maria Maddalena negli ultimi anni, quando cioè a causa di molti incomodi non poteva partecipare agli atti comuni, afferma che: «quando andava io nella sua cella, e la trovava sola per lo più la vedeva con la corona in mano a dire qualche devozione alla Madonna e con il libro delle sue orazioni ... ». (Positio § 488 pag. 245)

Un altro bell'esempio di fede nella Vergine Maria ce lo riporta Sr. M. Lilia del Costato  di Gesù che, essendo entrata nel Monastero di Ischia di Castro nel 1790, condivise quasi tutto il cammino religioso della Madre in quella comunità: « [Una volta nella] ricorrenza della festività della Concezione la Serva di Dio trovatasi a letto per reumatismo generale da cui era assai dolorata. Nell'atto che si dava il cenno del Vespro, nell'andare io al Coro entrai un momento in sua camera per aver le sue nuove. - Ma, rispose, Sr. Lilia mia, sono addolorata. Si pose un istante in silenzio, e di poi rivolta alle giovani addette a servirla domandò loro gli abiti per vestirsi ed andare In coro. Noi cercammo di dissuaderla, ma essa rispose piena di fiducia nella Madre di Dio: - Ohi Maria SS. ma ci penserà - e volle vestirsi, e venne in coro e intonò il Vespro, sebbene non le toccasse in questa solennità. In seguito non soffrì più di questo male». (Positio § 27 pag. 17)

La sua devozione alla Vergine traspare anche dalle lettere indirizzate al fratello, Giovanni Sordini:

«Sento che state afflitto per i negozi. Ma vi consiglio, prima di fargli, di raccomandarvi molto a Dio e poi metter tutto in mani di Maria SS. ma, consegnate tutto a questa Signora e poi prendete l'affare tutto buttato in Lei, esponendo i vostri bisogni. Se voi farete così, sono sicura che tutto andrà bene. Mio caro, vi raccomando il santo timor di Dio e la frequenza ai SS. Sacramenti e la devozione al S. Rosario. Ohi Se voi sapeste quante grazie si ricevono da Dio per la devozione del S. Rosario, voi restereste stordito». (citazione dal Cap. XXVII pag. 327-8)

Dalle testimonianze qui riportate, come dagli altri scritti della Madre non si trova menzionato il desiderio di unirsi - sull'esempio di Maria - alla Passione di Cristo per contribuire con la propria offerta alla salvezza dei fratelli. Un tale atteggiamento però, doveva a quel tempo 'informare tutta la vita cristiana e particolarmente quella spesa dentro le mura dei chiostri. Dunque la Madre guarda all'Addolorata soprattutto per ricevere quell'aiuto necessario a vivere in pienezza la propria vocazione di adoratrice: «Siccome la nostra S. Religione è ancora appoggiata alla protezione di Maria SS. Addolorata,· perciò ancora ad essa professerete particolar devozione,· pregandola specialmente per l'accrescimento del fervore, onde più piacere a Gesù Sacramentato» (AVV c. VII)

Tutto pertanto deve passare per le mani e il cuore di questa Madre perché vada a beneficio di quelle anime - vive e defunte - bisognose di salvezza: « ... tutto si compia nelle mani della Regina dei Martiri Maria SS., o sia di comunioni, suffragi, ed altro, acciò che Essa, come loro amorosissima madre e protettrice, si degni di aggiungervi la sua valevole mediazione presso il suo Divinissimo Figlio, perché ne disponga a suo beneplacito a pro dei viventi e dei trapassati colla fiducia, che sarà per disporne a vantaggio di quelli, per i quali avranno esse pregato». (Costituzioni del 1818 XXXll-9) 

Questo affidamento a Maria è personale ma anche comunitario poiché Maria stessa è la vera Fondatrice dell'Istituto secondo la Madre:

«Dovete voi nutrire sempre questo riflesso, che non avete altro Padre che Dio, né altra madre che la Madre di Gesù Cristo, Maria Santissima,· che perciò il vostro fondatore è lddio medesimo, e la sua Divina Madre è la vostra fondatrice, riguardando e amando sempre questa augusta regina anche come vostra cara ed amorosissima madre e particolare vostra Protettrice. Ricorrete dunque al potente suo patrocinio in tutt'i vostri bisogni senza timore, ma con una vera e filiale fiducia. Soprattutto dovete pregarla che vi ottenga la grazia finale e la perfezione che vuole lddio da voi tutte, come anche la propagazione del vostro Istituto». (Direttorio 1814, pag. 9)

In questo bel passo delle Costituzioni del 1818 la Madre mentre contempla il cordoglio di Maria invita l'adoratrice ad unirsi ad esso, facendolo in qualche modo proprio. Questa devota partecipazione ai dolori di Maria aveva tuttavia come scopo quello di penetrare più profondamente nel Mistero di un Dio che ha patito la croce per il nostro riscatto ed è rimasto qui in terra nel Pane eucaristico per nostro amore.

«Sia profonda in esse (le Adoratrici) e costante la devozione verso i dolori della gran Vergine Maria, madre dell'adorabile Salvatore Gesù Sacramentato, che dopo di Lui è quella che venerar debbono con tenerezza d'affetti, supplicandola a tener tutte sempre ben custodite sotto il prezioso manto del suo potentissimo patrocinio e difenderle dai loro nemici visibili e invisibili, con ottener loro più maggiori grazie dal diletto suo Figliolo Gesù Sacramentato, a poterlo fedelmente servire, amare, lodare e ringraziare in tutto il tempo di lor vita. Per dare ad Essa un più vivo ed umile attestato del loro rispetto e confidenza ... dal Venerdì Santo al Sabato veniente, (faranno) a Lei compagnia nella grave desolazione in cui trovatasi, essendo rimasta priva della presenza di Gesù, unico oggetto del suo amore ... per lo spazio di un'ora per ciascuna, una dopo l'altra ... Per contestare sempre più la particolare loro devozione al purissimo trafitto cuore della Vergine Maria non lasceranno ancora di praticarlo in tutti i venerdì dell'anno per un'ora. Si presenteranno pertanto a ciò (le Adoratrici) con tale impegno del loro spirito che la compagnia che esse le fanno sia di gradimento all'Addolorata loro Signora nelle angustie e nei tristi pensieri che specialmente in quella notte avrà Ella riandato in tutti i tormenti, strazi e dolori, amarissima agonia e penosissima morte dell'amato suo Figlio Gesù, che le era spirato sotto agli occhi. Compassionino con tutta tenerezza e vivezza del loro cuore gli immensi spasimi e le atroci pene di una madre, che è madre di un Figlio-Dio, morto svenato sull'ara della Croce, per la comune Redenzione,· e mentre adorano questo Divin Redentore nella Sacra Ostia rendano al suo Divin Cuore tante grazie per il grande amore che a tutti ha dimostrato col aver voluto rimanere qui in terra sotto le specie sacramentali, ringraziando ancora la Divina Sua Madre per essere Ella concorsa in mezzo ad un mar di dolori al gran sacrificio dell'umana Redenzione coll'offrire per tutti all'Eterno Padre l'Unigenito suo Figliolo. Grata questa amorosissima Madre a tale atto di conforto, di filial compassione e riconoscenza, otterrà loro il perdono delle loro colpe e le guarderà sempre benignamente sì in vita che in morte, come le perpetue Adoratrici dello stesso suo Divin Figliolo Gesù Sacramentato come le sue vere ed umili serve e figlie, e come le devote del purissimo suo Sposo S. Giuseppe». (Costituzioni 1818, cap. XXXII)

La Madre poi, invoca Maria con il bel titolo di Avvocata della Chiesa, inserendone l'invocazione nelle litanie da recitare al termine del Rosario. Ella confidava nel potente aiuto di questa augusta Regina, soprattutto nel momento· supremo della morte: «O Addolorata Maria, poiché siete voi l'Avvocata della S. Chiesa, e mia particolarissima, come tale tante volte invocata per l'ora della morte vogliate sì o cara Madre mostrarvi tale con me, ottenendomi dal vostro Divin Figlio Gesù S. quegli aiuti efficaci che richiedonsi a ben morire». (Ritiro 1814, pag. 30)